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La Pirolisi: energia pulita dalla natura

La GASSIFICAZIONE è la conversione di combustibili solidi o liquidi in prodotti gassosi, utili sia come combustibili che come materia prima per processi chimici. 

Benchè nel processo di gassificazione venga consumata parte dell' energia termica posseduta dal combustibile originario, l' operazione risulta conveniente in quanto la combustione con combustibili gassosi risulta più facilmente regolabile e controllabile, non porta a formazione di ceneri e permette il raggiungimento di temperature più elevate per la possibilità di ridurre l'eccesso di aria necessaria per la combustione completa e di realizzare preriscaldamenti più completi ed efficienti.

La gassificazione consiste quindi nell'ossidazione incompleta di una sostanza in ambiente in elevata temperatura (800/1.300 °C) per la produzione di un gas combustibile (Syngas).

Il processo che si attua nell' impianto, nel complesso è costituito da 3 fasi: fase esotermica di combustione - pirolisi - gassificazione.

La gassificazione si differenzia dalla combustione diretta principalmente per il minor rapporto aria/combustibile che impedisce un' ossidazione completa del combustibile di partenza.

Le tecnologie di gassificazione, ad oggi, sono riconducibili a 3 fondamentali tipologie, ossia a letto fisso, a letto fluido, a letto trascinato: quella che presenta notevoli vantaggi in termini di realizzazione, manutenzione, prestazioni in termini di produzione di syngas è senza dubbio la prima, quella a letto fisso, che meglio delle altre si presta a realizzazioni impiantistiche di taglia medio-piccole, risultando accessibile anche ad aziende con piccoli quantitativi di scarti utili al processo.

Il prodotto della gassificazione da pirolisi, il syngas o gas di sintesi, ha un potere calorifico di 4.365 kJ/Nm3 ed una composizione come riportata dal grafico seguente: 

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Il Biochar, prezioso oro nero

 

Biochar è un termine di recente introduzione per indicare il carbone di legna ottenuto dalla pirolisi della biomassa. 
Il termine biochar deriva dall'unione del prefisso "bio" e da "char", parte iniziale dell'inglese charcoal (carbone di legna o carbonella). 
La pirolisi della biomassa (in assenza di ossigeno e ad alta temperatura) impedisce al carbonio di ritornare in forma gassosa (CO2) nell'atmosfera (se non successivamente bruciato!). Si presta ad essere ottimo ammendante del terreno, migliorandone le caratteristiche di permeabilità, porosità, aerazione, capacità di trattenere l'umidità, rendendo le coltivazioni perfette, favorendo il trattenimento dei liquidi, diminuendo i depositi tossici di alluminio, ma non viene impiegato dai microorganismi e pertanto non rientra nel ciclo di produzione dell'humus (come invece fa il compost). 
Il biochar rimane incorporato nel terreno per centinaia di anni, fornendo un modo economico per ridurre le immissioni di CO2 (uno dei principali "gas serra") ma recuperando dall'atmosfera parte della CO2 ivi presente in eccesso, sequestrandola in maniera permanente. 

Impianti per pirolisi

 

Per meglio valutare le caratteristiche principali di un impianto di pirolisi potete visitare la pagina IMPIANTI: qui potrete meglio comprendere come avviene la trasformazione da matrice organica (legname, sansa, pollina, vinacce, ecc.) ad energia termica ed elettrica...

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